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9 Giugno 2023 - Scritto da :

Elettrovalvole

Un’elettrovalvola è un dispositivo elettromeccanico dalla forma di un rubinetto che serve ad aprire o a chiudere il flusso di un fluido – che sia liquido o gassoso – e farlo così scorrere all’interno di un tubo. Un caso di utilizzo di elettrovalvole è quello nei motori elettrici, in cui una centralina apre per brevissimi periodi la membrana dell’elettrovalvola per permettere l’afflusso di combustibile. Le elettrovalvole sono utilizzata anche nella costruzione degli irrigatori elettrici presenti nei nostri giardini.

Elettrovalvole: tipologie

L’elettrovalvola ad acqua viene classificata secondo determinati parametri che sono generalmente il numero di vie, le posizioni, lo stato a riposo e il principio di funzionamento. Partiamo dal numero di vie. Esso, solitamente, è di due o tre vie. Nel primo caso si avrà una via per l’entrata del fluido e una per l’uscita; nell’altro caso, invece, due vie sono per l’entrata e l’uscita e una per lo scarico, ma possono esserci anche altre e diverse combinazioni. La stragrande maggioranza della produzione è di elettrovalvole a due e a tre vie, ma per particolari progetti sono state utilizzate anche elettrovalvole a quattro vie. Per quanto riguarda le posizioni, esse sono la tipologia di passaggio. Il passaggio può essere a portata fissa o a portata regolabile. Tra i passaggi a portata regolabile sono da segnalare le elettrovalvole a passaggio manuale. Lo stato a riposo, invece, indica i due casi in cui l’elettrovalvola deve rimanere o più tempo aperta o più tempo chiusa. Avremo in questo modo elettrovalvole solitamente aperte, anche dette monostabili, ed elettrovalvole solitamente chiuse, o bistabili. Per principio di funzionamento, infine, si intende la quantità di pressione che innesca l’apertura della valvola. Esistono pertanto elettrovalvole ad azione diretta, che vengono aperte o chiuse da un meccanismo innestato direttamente sul solenoide, le quali intercettano valori di pressione uguale a 0 atm e elettrovalvole ad azione comandata, per le quali il magnete andrà ad aprire solo l’orifizio pilota; la pressione di funzionamento nel caso di queste elettrovalvole è diversa o maggiore di 0 atm.

Com’è fatta un’elettrovalvola

La tipologia più comune di elettrovalvola è quella composta da un solenoide, che consente l’attivazione elettrica dello strumento, e da un corpo valvola composta da due o più passaggi attraverso cui scorre il fluido, che sia acqua o quant’altro. Il solenoide è attaccato a due cavi, uno rosso e uno nero – e, a seconda se la tensione positiva o negativa è affidata a uno dei due cavi, la membrana si aprirà o si chiuderà di conseguenza. L’impulso elettrico che manda il segnale di apertura o chiusura è di circa mezzo secondo. Questo tipo di elettrovalvola ha una pressione minima da garantire. Ci possono essere anche casi in cui è preferibile montare un’elettrovalvola motorizzata. Ciò si verifica quando si vuole evitare di utilizzare una corrente assorbita di continuo e si desideri una pressione minima di 0 atm. Le elettrovalvole motorizzate sono versioni più complesse delle classiche elettrovalvole a solenoide e a rubinetto. L’elettrovalvola motorizzata è composta da un motore che fa aprire o chiudere la membrana e da un circuito con due interruttori fine corsa e un relè, che è un componente elettromagnetico la cui attivazione avviene attraverso un magnete. Gli interruttori fine corsa e il relè servono a chiudere il flusso di corrente quando la saracinesca o la membrana è completamente aperta o chiusa. Per qualsiasi richiesta ed informazione non esitare a contattarci!